DIRIS

DISOBBEDIENTI, RIBELLI, SOVVERSIVE NELLE LETTERATURE TRA ORIENTE E OCCIDENTE DALLA FINE DELL'OTTOCENTO A OGGI
Descrizione progetto
Stato dell’arte e Metodologie
A partire dal testo fondante della critica letteraria femminista, A Room of One’s Own (1929) di Virginia Woolf, gli studi sulle donne e gli studi di genere, nati in ambito storico, artistico e letterario alla fine degli anni ’60 nei paesi anglofoni, nei decenni successivi si sono affermati in Italia e negli altri paesi europei. La critica della “donna” come mito patriarcale teorizzata da Simone De Beauvoir in Le Deuxième Sexe (1949) ha trovato espressione dagli anni ’70 in poi in testi critici quali Sexual Politics (1970) di Kate Millett. Parallelamente alla rivalutazione delle scrittrici escluse dal canone (tra gli innumerevoli contributi, Elaine Showalter, A Literature of Their Own, 1977 e in Italia Marina Zancan, Il doppio itinerario della scrittura, 1998), la critica femminista ha condotto una costante riflessione sul ruolo e sui processi di soggettivazione delle personagge nei testi letterari scritti sia da uomini che da donne. Sul versante metodologico, il progetto concilia l’approccio delineato nell’ampio volume The Cambridge Companion to Feminist Literary Theory (ed. Rooney, 2006) con i più recenti studi narratologici di carattere generale quali, per es., Anatomia del personaggio romanzesco di Gloria Scarfone (2024) e Per una nuova antropologia del personaggio a cura di Raffaele Donnarumma (2020).
La ricerca è volta a rintracciare la presenza e seguire l’evoluzione di una particolare tipologia di figura femminile, quella della donna “disobbediente”, in testi appartenenti alle letterature e alle culture italiana, inglese, americana, francese e giapponese. Questo campo di indagine, perseguito secondo un approccio metodologico, che postula l’inscindibilità tra il piano estetico e quello politico, verrà delimitato cronologicamente entro il periodo compreso tra il fin de siècle e i giorni nostri. Nel solco della tradizione degli studi di genere in ambito letterario, ampliando l’orizzonte di ricerca fino alla contemporaneità, il progetto si configura come innovativo poiché mira ad applicare in maniera inedita gli strumenti metodologici degli studi di genere attraverso un approccio interdisciplinare eterodosso, duttile nel conciliare le questioni critiche specifiche delle rispettive letterature e culture con l’apprezzamento delle analogie tra formazioni distinte, ancorché interconnesse. L’analisi della declinazione di genere della disobbedienza, infatti, sarà condotta in prospettiva comparatista, in riferimento al dibattito teorico sul personaggio letterario e sulla “personaggia”, a partire dalle sue variegate rappresentazioni letterarie e culturali.
Definizione “disobbedienza”
A dispetto della repressione sistematica lungo i secoli e nelle varie culture, la figura della donna “disobbediente” si è reincarnata regolarmente sotto l’aspetto inatteso della riappropriazione paradossale del discorso sovrano maschile negatole dal consenso tacito alle leggi della comunità e dal cui esercizio attivo, in quanto donna, sarebbe esclusa. Non a caso, in Three Guineas (1938) Woolf affida ad Antigone – quale antesignana delle “disobbedienti” successive che hanno inscritto la loro presenza nella storia attraverso la sfida all’esclusione femminile dal discorso pubblico – il compito di sviscerare la connessione tra il patriarcato e i regimi totalitari europei. Analogamente, in Antigone’s Claim: Kinship Between Life and Death (2000), Judith Butler situa l’autonomia politica di Antigone non tanto in un antagonismo assoluto verso il potere maschile, quanto nell’appropriazione trasgressiva del discorso maschile col fine di respingerne il mandato da una posizione ad esso interna (2000: 11).
Tra le possibili declinazioni della disobbedienza femminile saranno indagate le forme di resistenza e/o sovversione relative a: doveri imposti da leggi e regolamenti statuali e religiosi; norme patriarcali (matrimonio imposto, convento); violenza maschile sulle donne; controllo medico e discorso psichiatrico; restrizione fisica e imprigionamento (carcere, ospedale psichiatrico); nazionalismi e guerra.
Obiettivi
Il primo obiettivo è realizzare una mappatura della ricorrenza di tale figura in un corpus di opere appartenenti a vari generi (romanzo, poesia, fumetto), nell’arco temporale designato e nelle letterature prese in esame attraverso la disamina dei tratti ricorrenti, come pure delle configurazioni tematiche convergenti; il secondo obiettivo è quello di indagarne le manifestazioni testuali, le azioni e le interazioni intradiegetiche, per individuarne variazioni e ricorrenze in una prospettiva fondata sull’inscindibilità tra il piano estetico e quello politico grazie ad un approccio interdisciplinare sufficientemente duttile; la mappatura e l’analisi si declineranno in due direzione: la descrizione delle dinamiche intradiegetiche e autoriali sulla base delle quali la creazione delle figure e le narrazioni della disobbedienza si strutturano; la valutazione della ricezione e della rilevanza culturale di tali figure della “disobbedienza” nei vari media e presso i vari pubblici della contemporaneità. Si tratta di obiettivi conformi e funzionali alla SDG (n. 5 “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”, e 5.1: “Porre fine, ovunque, a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze)
Al fine della diffusione dei risultati, si prevede l’organizzazione di Giornate di studio di carattere interdisciplinare rivolte sia alla comunità accademica che a studenti e studentesse. La ricerca intende tematizzare, soprattutto in fase finale, le ricadute didattiche degli studi di genere e culturali. Si prevede altresì la pubblicazione di un volume collettaneo o di un numero monografico di rivista scientifica, di alcuni articoli in riviste di Classe A e la realizzazione di un atlante delle personagge disobbedienti, cioè di un database digitale come risultato del censimento e della comparazione delle ricerche condotte nelle varie letterature oggetto di studi.