Antonio DI GRADO

Professore ordinario di LETTERATURA ITALIANA [L-FIL-LET/10]

Formatosi sotto l’influenza dello zio Salvatore Battaglia, grande filologo e storico della letteratura scomparso nel 1971, Antonio Di Grado si è laureato a Catania nel 1972 con una tesi su Vittorini tra simbolo e ideologia, relatore Giuseppe Savoca; nel 1973 è entrato nei ruoli dell’università come assistente incaricato e nel 1978 è stato nominato assistente ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell’ateneo catanese. Dal 1983 professore associato di Storia della critica letteraria nella stessa Facoltà e dal 2000 professore ordinario di Letteratura italiana, ha anche insegnato Storia e critica del cinema, Storia della critica e della storiografia letteraria, Geografia e storia della letteratura italiana.

Antonio Di Grado ha dedicato i suoi studi a un ampio spettro di problematiche storico-critiche: da Dante a Leon Battista Alberti e a Giovan Battista Gelli, da Daniello Bartoli a Domenico Tempio, dal verismo alla figura e all’opera di Federico De Roberto, dalle riviste e dalle avanguardie del Novecento alla narrativa tra le due guerre e infine a scrittori come Brancati, Vittorini, Sciascia e numerosi altri.

Conobbe e frequentò Leonardo Sciascia, che prima della scomparsa (20 novembre 1989) lo volle come direttore scientifico della Fondazione a lui intitolata a Racalmuto. Svolge questo incarico dal 1990 organizzando convegni, mostre, rassegne, iniziative di studio, pubblicazioni di volumi e cataloghi.

Dal 1993 al 1995 venne scelto da Enzo Bianco, sindaco della “primavera catanese”, come assessore alla cultura del Comune di Catania. Fu la stagione del risveglio culturale e civile, del centro storico riconquistato dai giovani e dagli artisti, dei monumenti aperti alla città; Di Grado collaborò con Franco Battiato per le prestigiose rassegne dell’“Estate catanese” e col pittore e scultore Emilio Greco che donò alla città una raccolta di opere, per le quali si allestì un museo; infine progettò e inaugurò la “Casa dei popoli” per l’assistenza agli immigrati e lo scambio interculturale.

Antica la sua collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, la gloriosa e longeva istituzione creata da Mario Giusti e Turi Ferro, come consulente (tra le sue realizzazioni il Trittico di atti unici firmati da Bufalino, Consolo e Sciascia) e come drammaturgo (Quando non arrivarono i nostri, scritto con Sciascia e rappresentato nel 1989, e Casa La Gloria, rappresentato nel ’92 con la regia di Lamberto Puggelli e l’interpretazione di Renzo Giovampietro). Dal 1995 Di Grado è stato, per un biennio, presidente dello stesso Teatro, a fianco del direttore artistico Pippo Baudo. Nel decennio successivo si è dedicato anche al cinema come consulente storico-letterario del film I Vicerè di Roberto Faenza.

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