A-Ci

AGER ET CIBUS. ALIMENTAZIONE, TERRITORIO, SOSTENIBILITÀ, SALUTE; TRA NATURA, CULTURA E TECNOLOGIA

Descrizione progetto

A) Status quaestionis 

Il cibo, oltre a essere un bisogno essenziale e naturale dell’uomo, fondamentale per garantire benessere e buona salute all’organismo, ha da sempre costituito anche una fonte inesauribile di metafore e simboli per filosofi e letterati di ogni tempo. L’espressione “cibo per l’anima” rappresenta un’immagine emblematica con la quale in senso generale si denota la cultura in tutte le sue sfaccettature. Anche quando, recentemente, si è cercato di sminuire, con l’espressione “con la cultura non si mangia”, il valore formativo degli studi umanistici, di contro alle cosiddette scienze dure, tendenti per tradizione più al profitto e allo sviluppo economico che non all’accrescimento del patrimonio culturale materiale e immateriale dell’umanità, si è dimostrato che ogni prodotto letterario, artistico, filosofico dell’uomo contribuisce allo sviluppo e al progresso tanto quanto la scienza e la tecnologia, ma, in più, “nutre” la mente e la arricchisce da un punto di vista etico ed esistenziale, favorendo lo sviluppo di un pensiero critico.  

Nel suo valore naturale e biologico, il cibo rappresenta fortemente il territorio a cui per tradizione appartiene e contribuisce a definirne la fisionomia e la storia. L’ambito territoriale mediterraneo è da sempre caratterizzato da colture tipiche che, oltre a nutrire – in senso letterale – generazioni di uomini, hanno alimentato – in senso metaforico – anche la cultura e la tradizione di intere popolazioni. Esempi-chiave sono quelli dell’olivo, della vite, del mandorlo, dell’olio, del vino, del miele, piante e produzioni tipiche della macchia mediterranea. La tradizione medica, filosofica e letteraria, prodotta in quest'area territoriale, racconta una storia in cui tali prodotti costituiscono anche simbolicamente l’ambiente in cui si sviluppano e sono tradizionalmente radicati. Con i cambiamenti climatici e gli sviluppi tecnologici, anche l’ambiente naturale e agricolo sta cambiando; i territori iniziano a ospitare altre colture, accanto a quelle autoctone, creando degli ibridi che modificano l’immagine tipica di un territorio, mettendone a rischio tradizioni e memoria. La salvaguardia dell’ambiente, della sua salute e delle diverse fisionomie territoriali passa anche attraverso una riflessione attenta sugli esiti trasformativi prodotti dai cambiamenti climatici – con lo sconvolgimento delle stagioni e l’inquinamento di arie, acque e terreni – e dall’applicazione, spesso smisurata, da parte dell’uomo, dei nuovi ritrovati della tecnologia. Per fare un esempio di base: l’esigenza di realizzare prodotti “belli” e vari in ogni stagione ha costretto il comparto agro-alimentare a sacrificare la qualità a favore del profitto. Frutta e ortaggi belli e attrattivi anche per gli occhi del consumatore richiedono sempre di più interventi chimici, che danneggiano l’ambiente e allontanano le specie animali dai loro habitat naturali, creando estinzioni di massa. La sofferenza in cui versano oggi le api, ad esempio, è il risultato di politiche agricole spregiudicate, che non tengono più conto della necessità di mantenere incontaminato da sostanze nocive il suolo su cui nascono quei fiori dai quali le api traggono il polline per la produzione del miele, una sostanza eccellente sia dal punto di vista organolettico e alimentare, ma anche da quello strettamente medico e terapeutico, come confermano anche gli scienziati e i medici più antichi.  
Il progetto A-Ci, concentrandosi sui concetti di “territorio e cibo”, declinati in maniera interdisciplinare (storico/medico, filosofico, sociologico) ma sotto un’unica e medesima visione, si pone in diretta continuità con il precedente progetto Cur-Se-Mon, con il quale da una parte sono state indagate le cause antropiche della crisi in cui versa da tempo il rapporto tra uomo e natura, dall’altra sono state avanzate alcune proposte, di natura etico-sociologica, volte a preservare l’ambiente, per la sopravvivenza stessa del pianeta e delle generazioni future. L’attuale progetto A-Ci si articolerà in due filoni principali ma interconnessi, dei quali uno si focalizzerà sull’Ager, ossia sul territorio, sulla sua salvaguardia e sostenibilità, con un’attenzione particolare ai movimenti di protesta in difesa dell’ambiente e della memoria delle tradizioni, l’altro sarà dedicato al Cibus, analizzato dal punto di vista biologico, medico, simbolico-filosofico e sociologico. 

 

B) Obiettivi, metodologie, azioni 

In piena linea con la maggior parte degli obiettivi previsti da Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il Progetto A-Ci – di cui è PI la prof.ssa Rosa Loredana Cardullo e PI_D la prof.ssa Margherita Cassia – intende studiare i temi del Territorio e del Cibo, da punti di vista diversi ma complementari, in vista della promozione della buona salute dell’intera biosfera e della salvaguardia delle tradizioni culturali e della memoria storica. I temi dell’alimentazione e del territorio, visti nelle loro implicazioni etiche, mediche e sociali, nonché nella loro evoluzione storico-culturale, sono oggi al centro dell’attenzione del dibattito sulla sostenibilità, la salute e la valorizzazione delle specificità territoriali. Il gruppo di lavoro analizzerà le attuali politiche sul cibo e sul territorio, porrà in luce la perdurante noncuranza delle aziende e metterà in atto azioni volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza oramai improcrastinabile di un cambiamento di rotta, in direzione di una maggiore attenzione al bene comune e alla salute della terra e di chi la abita e la abiterà. Il gruppo storico-filosofico (Arena, Cardullo, Cassia, Cassarisi, Coco Emanuele, Lazzaro, Littunen, Recca, Sanfilippo, Vasta) studierà da un punto di vista prettamente culturale territorio e cibo quale bacino di salute o malattia della biosfera e degli esseri viventi. Un’attenzione particolare sarà rivolta a determinate colture o prodotti naturali, che rappresentano emblematicamente l’ambiente mediterraneo. Il gruppo sociologico (Daher, Coco Simona, Gamuzza, Leonora, Mavica, Nicolosi Davide, Nicolosi Guido, Scieri) analizzerà i temi del progetto da angolature più operative, interrogandosi e interrogando la popolazione su problemi anche estremamente attuali e divisivi come quello del Ponte sullo Stretto di Messina.