RE.DE.RE.

ESSE E INTER-ESSE. LA SOGGETTIVITÀ RELAZIONALE COME PRINCIPIO DI DEMOCRAZIA E DI RESPONSABILITÀ TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

Descrizione progetto

Stato dell’arte

Attraverso importanti trasformazioni epocali, assistiamo al continuo sforzo di riconfigurare l’identità, secondo termini sempre meno definiti. Tale mancanza di riferimenti sembra riconducibile alla concezione individualista entro la quale si è interpretato il soggetto dalla modernità in avanti (J. Laporte) e dal conseguente allargamento di un Io assoluto che usa del reale immediatamente e arbitrariamente (R. Guardini). Al livello internazionale, alcuni centri di ricerca, tra cui il Centre d’études cartésiennes, propongono un recupero del concetto di individualismo, nel tentativo di riformulare l’idea della soggettività moderna e del senso delle sue radici in relazione alle presunte derive imputate dall’analisi critica contemporanea (V. Carraud, J.-L. Marion, D. Kambouchner). Nell’epoca della civiltà tecnologica, tutto si rifarebbe al mito dell’efficienza, misurata a sua volta sulla quantità delle informazioni di consumo. Dall’etica della vita agli studi attuali sulla transizione digitale o, ancora di più, alle implementazioni degli spazi di interazione digitale con l’IA, il dibattito sugli itinerari da seguire è serrato, in quanto si tenta di salvaguardare a tutti i costi l’assolutezza del soggetto, ma si incorre continuamente nell’impossibilità di “salvare” tutti, quando si tratta di più soggettività assolute e determinate, specialmente nelle situazioni di fragilità fisica e psicologica. Il tema dell’io, in parte nascosto dalla contemporaneità, richiede che venga ripensato, ripulito dalle incrostazioni mediante categorie antiche e nuove (F. Rosenzweig, M. Buber, E. Lévinas) perché possa rinvigorire uno slancio culturale rinsecchito e adagiato sulla computazione.

Sviluppo del progetto

La “scoperta relazionale” del soggetto moderno abbatte quel cliché dell’uomo della modernità, tutto preso dal suo individualismo narcisistico e teso essenzialmente alla cura di sé e all’indifferenza dell’altro, e propone l’idea di un soggetto “contaminato”, consapevole dei suoi limiti e cosciente della propria vulnerabilità, che scopre, grazie anche ai progressi di una scienza medica non infallibile, la realtà indubitabile della malattia, della sofferenza e della morte. Alla luce di tutto ciò riteniamo che sia di fondamentale importanza, per comprendere l’umano della post-modernità, un confronto con la genesi di quel pensiero moderno che ha subìto e affrontato il mutamento dell’uomo e dei suoi valori, sollecitato dal quel progresso tecnico-scientifico che ha certamente contribuito a generare quello stato di disorientamento nell’uomo moderno il quale, smarrito tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, ha provato a tutti i costi ad affermare la propria identità.

La trasposizione di questa indagine di carattere interpretativo risulta necessaria, sul piano del rinnovamento culturale tanto agognato nella nostra epoca, al ripensamento in chiave propositiva di categorie “nuove” per definire la soggettività come presenza in relazione, che legge la “presenza di altre presenze” non come la negazione del sé, bensì come possibilità di riscoprirsi, in modo affermativo, parte di una trama di relazioni intrisa di significato e di responsabilità. Da qui, sarà interessante notare come anche gli schemi relazionali “tradizionali” che sovente operano una cesura tra normodotati e persone con disabilità siano labili e subordinati ad un processo reale di inclusione nella complessità del tessuto sociale.

Obiettivi e impatto atteso

  • Riscoperta delle frontiere tradizionali del pensiero occidentale, in modo peculiare nella dimensione storica come possibilità di attingere alle radici del sapere attuale. La coscienza dell'itinerario che ha condotto alla formazione del mondo in continuo mutamento che abitiamo passa per la disamina delle radici del mutamento stesso. Ciò lo rende maggiormente gestibile, quindi favorevole.
  • Integrazione del sapere umanistico con l'innovazione tecnico-scientifica. Indicazione della concreta possibilità di dialogo tra le parti che vada oltre il confine delle Digital Humanities. Individuazione dei principali nodi teorici che permettono di tessere la trama di un umanesimo "a tutto tondo", non relativo solamente all’utilizzo dei dispositivi digitali, ma anche agli obiettivi che la loro produzione persegue.
  • Apporto reale ai processi di trasformazione sociale su due piani, quello soggettivo e quello politico in senso ampio. La precisa consapevolezza della natura relazionale del soggetto comporta una maggiore rilevanza del dato morale, in vista della formazione dei valori nelle scelte personali, e un più chiaro sviluppo dei processi che regolano la scelta democratica della cultura nella quale abitiamo, spesso assorbita dallo stallo del positivismo tecnico-produttivo e non inclusiva.

Metodologie e azioni

La ricerca partirà dall’analisi dei testi del pensiero moderno, al fine di evidenziarne la rilevanza, unita all’indagine peculiare di quest’epoca sulla soggettività. La modernità, infatti, principalmente con i suoi autori del XVII e del XVIII secolo, ha posto le basi per la cultura contemporanea. Istanze come l’indagine sulla validità del ragionamento e delle scienze (R. Descartes, B. Pascal, I. Kant) e sul suo risvolto morale, pedagogico e politico (I. Kant, J.-J. Rousseau) hanno condotto l’uomo occidentale a pensarsi come soggetto in relazione con la realtà che abita. L’anelito, sul piano politico, in un’Europa dilaniata da secoli di guerre, alla creazione di uno spazio di relazione comune e pacificato affonda le sue radici anche in questo periodo, nonostante spesso ciò sia stato dimenticato. L’apparente dissoluzione del soggetto nell’epoca contemporanea richiama all’urgenza di una nuova fondazione filosofico-relazionale (F. Rosenzweig, H. Cohen) che renda possibile una riflessione che aiuti a salvaguardare il proprium degli studi umanistici, ma che non sia cieca dinanzi all’innovazione tecnico-scientifica, intraprendendo un dialogo serio con essa. L’impostazione dialogica comporta una certa dose di empatia, per cui il “sentire nell’altro” dev’essere realizzato in modo autentico e non come critica esterna di un’etica prescrittiva che pone casi leciti e non. Il tema del bene, in tal senso sarebbe tratto dalla scoperta della dimensione olistica della realtà soggettiva (R. Guardini). Sia nel campo del benessere, della salute e del rapporto con l’ambiente, sia nell’ambito degli algoritmi etica e tecnica sono condotte alla scoperta di ciò che le accomuna: desiderio, rigore e comunicabilità.

Per consolidare il piano documentario, si organizzeranno seminari di approfondimento e collaborazioni editoriali al fine di confrontarsi anche con ricercatori di discipline di area scientifica, in modo da chiarire temi specifici. L’attività di ricerca si avvarrà, inoltre, di una co-partecipazione, anche di carattere internazionale, grazie alla rete di relazioni con diversi Centri di ricerca e con realtà che la promuovono, quali: il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) il Centro francese sull’epoca moderna; la società di Medicina Narrativa; il Centre d’études cartésiennes, il Centre Internationale Blaise Pascal, Université Paris IV Sorbonne, Université Blaise Pascal de Clermont-Ferrand, il Buber-Rosenzweig Institut della Goethe Universität di Frankfurt am Main, l’AIAS (sede di Acireale – CT).