
Roberta Iacovelli è una studentessa del I anno del Dottorato di Ricerca in Scienze dell'Interpretazione (XL Ciclo).
Ha studiato presso l'Università del Salento di Lecce, dove ha conseguito una Laurea Specialistica in Lingue Moderne per la Comunicazione Internazionale, con una tesi che analizzava le strategie di traduzione delle opere di Oscar Wilde. In seguito, ha conseguito un Master di II livello in Comunicazione Politica e Istituzionale presso l'Università Sapienza di Roma, completando una tesi sulle campagne di comunicazione sui diritti civili delle coppie omosessuali. Ha poi conseguito un Master of Philosophy presso la City, University of London, nel Regno Unito, con una tesi che analizzava l'esperienza dei professionisti all'interno delle carriere a maggioranza femminile, come la terapia del linguaggio e le scienze infermieristiche.
È membro dell'Unità di Scienze Sociali ed Umane Computazionali (U-CHASS) dell'Università di Granada, in Spagna. Collabora anche con il progetto She Speaks Science, che promuove la partecipazione delle bambine e delle ragazze alle materie STEM.
È socia cultrice dell'Associazione Italiana di Anglistica (AIA).
Il suo interesse primario di ricerca sono sempre state le questioni di genere, con una attenzione particolare all'emancipazione femminile e alla discriminazione di genere nelle professioni.
È insegnante precaria di lingua e letteratura inglese presso il Ministero dell'Istruzione e del Merito, ed è insegnante di Business English presso enti di formazione professionale superiore.
Crede fermamente che la ricerca sia una forma specifica di resilienza.
La sua ricerca si è concentrata negli ultimi anni sulla discriminazione all'interno di specifici ambiti professionali, e sull'impatto che essa può avere sulla società. Nello specifico, è una linguista interessata a comprendere come tale discriminazione viene espressa da chi la perpetra e da chi la subisce, attraverso specifiche forme e scelte linguistiche.
Nell'ambito del progetto corrente, si occupa di analizzare in quale modo le donne che ricoprono ruoli di alto profilo in ambito politico (in Italia, Spagna e negli Stati Uniti) negoziano la propria identità di genere e la propria identità di leader attraverso l'utilizzo di un linguaggio che possa mitigare l'effetto della loro atipicità all'intero di tale ambito.