Sofia BULGARINI

Dottorando
Dottorato in Scienze per il Patrimonio e la Produzione Culturale - XXXIX ciclo
Tutor: Giuseppe POLITI

Laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Padova, ha proseguito gli studi con un corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, discutendo nel 2020 una tesi dal titolo “Carta archeologica dell'area orientale del Comune di Verona” (votazione 110L, relatore prof. Furio Sacchi). Tra dicembre 2019 e luglio 2021 ha frequentato il Corso di alta formazione "Archeo up: conoscere il passato per progettare il futuro" lanciato dall'Università Cattolica in collaborazione con l'incubatore d'impresa 2i3T dell'Università di Torino. Ha frequentato la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici presso la medesima università, diplomandosi nel 2023 con la tesi “Elementi architettonici da San Giorgio di Valpolicella: una possibile interpretazione” (votazione 70L, relatore prof. Furio Sacchi).

Ha partecipato a campagne di scavo archeologico in differenti territori italiani, confrontandosi con varie realtà universitarie: Palazzo Pignano (CR), Populonia (LI), Parco Archeologico di Ostia Antica (RM), Parco della Valle dei Templi di Agrigento (AG), Villa dei Mosaici di Negrar di Valpolicella (VR). Dopo la laurea magistrale, inoltre, ha svolto attività di assistenza archeologica con varie imprese e cooperative archeologiche in Italia settentrionale, quali InTerras, C&V Studio di Archeologia s.r.l., SAP Società Archeologica s.r.l.

Procedure di analisi archeometriche per ricostruzioni storico-archeologiche: il ruolo delle scienze pure nelle humanities

Il progetto nasce dalla volontà di applicare le scienze archeometriche, e in particolare la fisica con le sue tecniche laboratoriali, allo studio delle ceramiche provenienti da uno scavo archeologico, con l’obiettivo chiave di stabilire quanto le analisi stesse possano contribuire alla ricerca e, in modo particolare, di mettere a punto procedure nuove, per osservare se queste siano in grado di concorrere ulteriormente all’organizzazione del discorso storico. Pur presentandosi tale progetto come scientifico a tutti gli effetti, l’approccio utilizzato è di tipo multidisciplinare e si ripropone dunque di intersecare le metodologie e gli ambiti di ricerca archeologico e scientifico, allo scopo di chiarire quali possano essere, appunto, le procedure più adatte nell’ambito della diagnostica per comprendere al meglio lo scavo archeologico; si fa riferimento, dunque, non solo alle tecniche archeometriche miranti a fissare una cronologia del reperto, ma anche a quelle che si pongono, ad esempio, come obiettivo lo studio della provenienza del materiale. 

Oggetto primario del lavoro di ricerca è, dunque, la definizione di un’opportuna strategia di campionamento e di selezione dei reperti e il vaglio delle possibili procedure da impiegare, per giungere, ove ciò sia possibile, a stabilire nuove procedure che uniscano ai modelli già sperimentati una serie di misurazioni diverse. È necessario, infatti, giungere ad una maggiore consapevolezza delle metodologie analitiche, sia in rapporto alle specifiche domande archeologiche, sia in termini di esattezza, precisione, tempi e costi delle analisi. Queste ultime verranno effettuate su un campione di materiali ceramici molto ampio; ciò si rende necessario dal momento che alcune tecniche di datazione, quali ad esempio la Termoluminescenza, necessitano di un numero elevato di valutazioni sperimentali per giungere all’età del campione, a ciascuna delle quali viene associato un errore. Per completezza, e per garantire l’esattezza dei risultati ottenuti, si prevede di effettuare analisi anche su materiali di cui già si conosce, grazie a confronti su base storica o archeologica o ad altre metodologie, la precisa cronologia. 

L'attività ha avuto inizio con analisi di tipo fisico sui materiali ceramici, quali ad esempio la termoluminescenza, le analisi dei pigmenti - allo scopo di verificare, ad esempio, se alcune forme fossero acrome fin dall’origine o se recassero invece una dipintura o un’argentatura, poi andata persa nel corso del tempo - le analisi sulle vernici e le analisi sugli intonaci.

In modo particolare, il progetto verte sullo studio di materiali provenienti dal sito del teatro di Agrigento, il quale presenta una casistica piuttosto ampia di reperti che, dal punto di vista cronologico, si estendono dalla metà del VI secolo a.C. alla metà del IX secolo d.C. In questo contesto, dunque, le analisi di tipo fisico rappresentano un utile mezzo per comprendere al meglio sia le sequenze cronologiche sia quelle stratigrafiche, prestandosi allo studio di classi di diversa natura, dalle vernici nere, alle terre sigillate, alle paste grigie, alle coppe ioniche di VI secolo, alla ceramica di V secolo, alla ceramica da fuoco etc. Il contesto selezionato permetterà dunque di avere a disposizione un’ingente quantità di materiali su cui condurre le analisi, in modo da poter conseguentemente ragionare sulla statistica dei dati ottenuti.

  • Bulgarini S. – Luvaro A. 2023, Il culto delle acque nell’entroterra siciliano: il caso di Monte Raffe, in Caliò L.M. – Lepore G. – Raimondi G. – Todaro S.V. 2023, Limnai. Archeologia delle paludi e delle acque interne (in corso di pubblicazione).
  • Bulgarini S. 2023, Le ville romane nelle aree lagunari alto-adriatiche: architettura ed economia, in Caliò L.M. – Lepore G. – Raimondi G. – Todaro S.V. 2023, Limnai. Archeologia delle paludi e delle acque interne (in corso di pubblicazione).
  • Bulgarini S. 2024, Cippo funerario da Montorio (Verona), in Buonopane A. 2023, «Mantissa epigraphica Veronensis», Studi Veronesi. Miscellanea di studi sul territorio veronese, 2024 (in corso di pubblicazione).