Presentazione del dottorato

Coordinatore: Pietro Maria MILITELLO
Durata: triennale

Descrizione e obiettivi del corso

Il Dottorato in Scienze per il Patrimonio e la Produzione Culturale (DSPPC) si propone di analizzare, comprendere e valorizzare, da prospettive e con metodologie diverse, i molteplici aspetti del bene culturale materiale e immateriale: dal reperto archeologico al manufatto artistico, dal documento storico-archivistico a quello letterario, per giungere alle arti performative (musica, cinema, teatro, multimedia). Obiettivo è pervenire a una piena comprensione sia del contesto originario di produzione (storico, sociale, tecnologico), sia di quello attuale di fruizione (conservazione, produzione, comunicazione, diffusione), in modo da coniugare un metodo rigoroso di analisi del bene con le competenze necessarie per il suo inserimento nel contesto culturale (creazione di banche dati, fruizione turistica, produzione e comunicazione di contenuti tramite eventi, libri, prodotti multimediali, web). In questo modo il Dottorato si propone di offrire ai dottorandi più ampie prospettive di inserimento nel mondo del lavoro.
L’obiettivo è creare figure professionali di ‘sintesi’, che uniscano competenze specifiche e capacità di dialogo nel contesto più ampio della produzione culturale e delle industrie culturali creative. 

Sbocchi occupazionali e professionali previsti

In tale ottica, gli sbocchi occupazionali appaiono diversi e con importanti prospettive di crescita. Sono previste pertanto possibilità di impiego, oltre che presso gli enti pubblici (enti universitari, di ricerca, pubblica amministrazione) anche in imprese e attività che operano:

  1. Nel campo della produzione di contenuti per la diffusione e la comunicazione del patrimonio culturale.
  2. Nell’analisi e nella diagnostica dei materiali.
  3. Nell’analisi del patrimonio sommerso.
  4. Nella elaborazione di prodotti informatici e di sistemi di integrazione tra tecnologie secondo le linee di industria 4.0
  5. Nella progettazione di piani turistici e modalità di conservazione, fruizione e valorizzazione dei siti archeologici e museali.
  6. Nella gestione del patrimonio culturale e ambientale ai fini di una fruizione “informata” e di qualità (Esperti di turismo sostenibile).
  7. Nel campo della industria culturale creativa, con la programmazione di iniziative culturali basate sulle vocazioni dei territori (Esperti di management multimediale dei beni culturali: allestimento di percorsi didattici, di portali multimediali, di mostre audiovisive e multimediali, etc.)
  8. Nella progettazione di iniziative dedicate alla valorizzazione ecosostenibile del patrimonio culturale, in grado di attrarre risolse economiche e sviluppare forme di interazione imprenditoriale (Esperti di progettazione e ricerca di finanziamenti nel campo dei beni culturali).

A conferma di questo approccio multidisciplinare il collegio include, accanto ai docenti delle discipline archeologiche, antichistiche, storiche, storico-artistiche, e delle arti performative, una ampia rappresentanza di docenti delle scienze dure (geologi, fisici, informatici), economiche e turistiche. Il dottorato trova la sua naturale vocazione nel rapporto con il territorio siciliano e il suo capitale culturale, aprendosi però a una più ampia prospettiva euro-mediterranea.

Altre informazioni

Attività formativa. L’attività formativa curriculare comprende 60 CFU distribuiti nei primi due anni più una serie di attività laboratoriali linguistiche, informatiche e progettuali.

Durante il primo anno il dottorando seguirà 30 CFU di lezioni frontali, di cui:

20 CFU destinati a fornire le competenze trasversali relative al bene culturale, alla sua gestione, protezione e conservazione. Il dottorando seguirà quindi lezioni di archeologia, storia, storia della musica e dell’arte, arti performative, economia dei beni culturali, nonché lezioni volte a illustrare i principali metodi di indagine archeometrica e diagnostica.
Altri 10 CFU saranno invece rivolti all’approfondimento di metodi e tecniche relative alla principale area di indagine del dottorando (area archeologica, storica, storico-artistico e musicale, performativa, economica, archeometrica). 
Oltre alle lezioni frontali il percorso comprenderà le seguenti attività laboratoriali:

  • 40 ore di laboratorio di informatica volte alla acquisizione di competenze specifiche nel campo della gestione dei database, delle immagini digitali, e dei principali software grafici;
  • 40 ore di laboratorio linguistico di inglese accademico, volto a migliorare la capacità di scrivere articoli scientifici in lingua inglese;
  • 40 ore di laboratorio linguistico di altra lingua a scelta tra spagnolo, francese e tedesco, volto a fornire le competenze base per comprendere un testo scritto con l’ausilio del vocabolario.

Durante il secondo anno, il dottorando seguirà 30 CFU di lezioni frontali relative all’area principale di indagine e, in caso, a quelle accessorie. Sarà cura del dottorato predisporre le lezioni, sulla base delle ricerche in corso. 

Il dottorando avrà altresì facoltà di seguire i laboratori di informatica e i laboratori linguistici dell’anno in corso.

Un ciclo di seminari sarà dedicato infine, nel secondo anno, alla progettazione europea e al potenziamento delle cd. Soft Skills.

Durante il terzo anno il dottorando si dedicherà interamente alla tesi.

Le lezioni si terranno per due settimane al mese nei mesi di dicembre-marzo dell’a.a. in corso. I laboratori nel mese di aprile-maggio. Il calendario verrà fissato all’inizio di ogni anno accademico e sarà tempestivamente comunicato ai dottorandi all’inizio delle lezioni.

Si costruisce in tal modo un percorso di progressiva specializzazione delle conoscenze, che garantisce però una base comune a tutti i dottorandi di competenze sul tema del Cultural Heritage, favorendo il dialogo interdisciplinare e l’utilizzo di metodologie innovative, lasciando nel contempo spazio adeguato al completamento della propria ricerca.

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