I lunedì del classico. Seminari catanesi di scienze antiche

l 10 ottobre alle ore 16.00 presso l’Auditorium G. De Carlo avrà luogo il primo seminario del ciclo “I lunedì del classico” promosso dai docenti Monica Centanni, Paolo B. Cipolla, Giovanna Giardina, Orazio Licandro e Daniele Malfitana.

L’iniziativa nasce dalla volontà del Dipartimento di Scienze Umanistiche, dalla Scuola Superiore di Catania, dalla Scuola di Specializzazione in Beni archeologici, patrocinata dall’Associazione Internazionale di Studi Tardoantichi e dall’Associazione Italiana di Cultura Classica, per un maggior coinvolgimento degli studenti e un’apertura all’esterno, oltre il perimetro accademico, delle scienze antiche.

Gli incontri avranno carattere interdisciplinare e costituiranno l’occasione per dialogare sul valore dei classici come risorsa di un presente che interroga il passato. 

Sarà possibile seguire il seminario anche a distanza attraverso la piattaforma Teams scrivendo a ilun.delclassico@gmail.com .

Durante il seminario del 10 ottobre interverranno i curatori e i 9 autori della collezione provenienti dall’Università di Catania. La collana, a cui hanno partecipato studiosi italiani e personalità di grande rilevanza culturale, tra i quali Maria Grazia Ciani, Luciano Canfora e Moni Ovadia, è un «alfabeto della civiltà greca»: ventiquattro volumi, uno per ogni lettera dell’alfabeto greco, a ciascuno dei quali è associata una parola che inizia per quella lettera. Una serie di parole forti, non solo rappresentative di aspetti fondamentali della cultura e della civiltà greca (politica, relazioni affettive e sociali, vita quotidiana, poesia, scienze, mitologia, filosofia, storia…) ma rilevanti anche per le lingue moderne che le hanno ereditate in varie forme.

Risalire alle fonti di questa eredità, sia sul piano linguistico sia su quello culturale, significa capire meglio non solo la lingua che parliamo, ma anche la civiltà a cui apparteniamo e i suoi meccanismi. Significa capire meglio noi stessi. E alla facile obiezione che tentare di comprendere i testi letterari greci e latini affrontandoli nella loro lingua originale è una fatica inutile perché tanto ci sono già le traduzioni, si può replicare che fra una traduzione e un testo in lingua originale c’è la stessa differenza che passa tra una fotografia o un filmato e la realtà: la foto o il filmato possono essere anche opere d’arte in sé belle e poetiche – e tante traduzioni lo sono – ma non sono la realtà del testo.