Sergio FRENNA
Sergio Frenna è attualmente iscritto al corso di dottorato in Scienze per il patrimonio e la produzione culturale (XL ciclo) presso l'Università di Catania. Dal 2023 è borsista alla Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici presso l'Università di Padova. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Storia dell'Arte e Beni Culturali presso l'Università degli Studi di Catania nel 2022, con una tesi sulle armi e armature nelle collezioni del Museo Civico di Castello Ursino, (110 e lode). In precedenza, nel 2020, ha completato la Laurea Triennale in Beni Culturali sempre a Catania, con una tesi sulle opere catanesi di Marcello Leopardi (110 e lode).
Durante il suo percorso, ha svolto ruoli di responsabilità in diverse istituzioni culturali. Tra il 2023 e il 2024 ha collaborato con la Delegazione Pontificia della Basilica di Sant'Antonio, occupandosi dell'inventariazione e gestione di banche dati dei beni artistici, oltre a partecipare ad attività di restauro e ricerca storico-artistica per il monumento equestre al Gattamelata. Dal 2022 al 2023, ha operato al Museo Civico di Castello Ursino come compilatore di schede ICCD per la documentazione e pre-catalogazione dei beni storico-artistici.
È membro di ICOM (International Council of Museums) dal novembre del 2023.
Progetto di ricerca del dottorato
L’arte del potere in Sicilia: collezioni d’armi del Museo civico di Castello Ursino
Il progetto intende analizzare le pratiche collezionistiche e i contesti storico-critici riguardanti le armi della collezione civica del museo di Castello Ursino, di cui l’origine della storia degli studi risale al 1979 grazie agli sforzi di Ciro Fiori: esperto di armi antiche i suoi approfondimenti culminarono nell’anno successivo nel primo importante contributo in merito ad una pistola a ruota e gettando nuova luce all’arma della collezione dei padri benedettini. Fino a quel momento, negli inventari storici del museo non erano precisate tutte le provenienze di tali oggetti. Tuttavia, gli studi si interrompono bruscamente dopo il 1987, anno di avvio dei lavori di rifacimento del castello, senza mai più essere presi in considerazione, culminando nell’eliminazione della sala delle armi dal percorso espositivo e relegando queste ultime ai depositi. Nel 2022, in occasione della campagna di catalogazione interna del museo civico, si sono riportati alla luce gran parte delle armi in deposito, che versano oggi in uno stato di quasi totale abbandono.
La ricerca si pone come obiettivi di realizzare un catalogo ragionato della collezione d’armi e di armature, stabilire e verificare la consistenza della raccolta, contribuendo così al recupero e alla valorizzazione di tali manufatti mai studiati con sistematicità inquadrandoli in due contesti specifici: uno prettamente collezionistico, in cui ascrivere una cerchia di nobili siciliani e borghesi interessato alle arti decorative; l’altro, in ambito produttivo.