Dichiarazione esami 18 giugno

Care Allieve, Cari Allievi,

Vi scrivo in prossimità dell’appello d’esami del 18 giugno perché sento doveroso esprimere la mia posizione rispetto alla protesta che lungo il mese in corso coinvolgerà legittimamente molti colleghi. Nelle scorse settimane, in mancanza di un governo nel pieno dei poteri, ritenevo a priori inutile ogni forma di astensione dai nostri obblighi di lavoro. Oggi devo dire francamente che le vicende relative alla formazione dell’attuale governo e la politica da quest’ultimo dichiarata (e praticata) mi hanno convinto della necessità di una reazione. Per questo avrei scioperato: non anzitutto per i motivi indicati nella piattaforma ‘sindacale’, ma per lanciare un segnale inequivocabile di dissenso assoluto rispetto al governo appena insediato.

Non è però mia intenzione far venir meno l’appello di giugno, ed essendo questa la condizione indispensabile per lo sciopero – che non prevede astensioni puramente simboliche – non vi aderirò. Gli esami dunque si svolgeranno regolarmente il 18 giugno.

Ma al di là del gesto formale, voglio comunicarvi i miei sentimenti di protesta e di riprovazione per un governo che mette in crisi l’assetto costituzionale e si fa portatore di posizioni e di (presunte) idee totalmente lontane dallo spirito della nostra Carta fondativa. L’eguaglianza giuridica, sociale, morale ed economica di ogni uomo, così come l’accoglienza e la solidarietà verso i poveri e gli svantaggiati fanno parte del ‘corredo genetico’ della nostra Repubblica. Negare tale orizzonte simbolico e politico non significa far valere la posizione di una parte, ma negare radicalmente i principi fondativi della Costituzione italiana e della migliore tradizione occidentale. Ciò che contraddistingue la punta più avanzata della cultura moderna in Occidente è appunto l’estensione del concetto di ‘diritto’ all’uomo e agli uomini in quanto tali, in virtù semplicemente della loro comune umanità, senza legami con la loro eventuale appartenenza a un popolo, a una cultura, a un censo, a una religione. La chiusura dell’Europa e dell’Italia odierna al grido dei migranti è semplicemente il segno di una profonda ignoranza storica, di una colpevole miopia politica, di una povertà morale e culturale che rischia di condurre tutto l’Occidente – Stati Uniti compresi – ad un disastro epocale. E soprattutto essa rischia di intaccare la nostra personale, quotidiana dignità. Per questo non posso restare in silenzio. Non sarò formalmente uno degli scioperanti, ma pur facendo esami giorno 18 sono e sarò, da professore e da educatore, un resistente sostenitore della nostra Costituzione, del nostro dovere di restare umani.

Antonio Sichera


Data di pubblicazione: 13/06/2018

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